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Arte e Cultura

Dal 14 novembre a Roma la mostra Geometrie e Figurazioni, esposizione di Carlo D'Orta e Angelo Petraccone

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Curata da Margherita Frappa, assessore alla cultura del comune di Ladispoli, la mostra resterà aperta fino al 6 dicembre

Roma - 13 novembre 2023 _ Da domani all'Artstudio in piazza Prati  14 a Roma i maestri Carlo D'Orta e Angelo Petraccone esporranno alcune loro opere nella mostra ‘Geometrie e figurazioni’.

Lo scorso settembre hanno partecipato alla Prima Biennale Internazionale d'Arte della Riviera Romana, organizzata dal Comune di Ladispoli. D'Orta è risultato vincitore delle sezioni Fotografia, mentre Petraccone è stato il vincitore della sezione Pittura.

Redazione

Il progetto “Biocities” di Carlo D’Orta racconta le architetture contemporanee come se fossero quadri di astrazione geometrica, avendo negli occhi e nella mente la pittura di Malevic, El Lissisky, Mondrian, Rotchko e altri. 

Le fotografie di questa serie non sono collages, ma il risultato di particolari posizioni di scatto e di una forte compressione prospettica cercata con potenti zoom. Gli scatti evitano il realismo esplicito e, al contrario, si concentrano sui dettagli e sugli intrecci di forme di edifici adiacenti. In questo modo le fotografie attribuiscono autonomia ai particolari raccontati e valorizzano intrecci di forme che in realtà già esistono, ma che occorre saper vedere. 

Il soggetto tende all’astrazione, ma questo è solo un modo per raccontare la città come insieme di forme, come texture di pelli architettoniche, come biologia edilizia. La visione di queste mie opere parte dalla realtà architettonica per comprimerla in una bidimensionalità tendente all’astrazione. 

Il progettoVibrazioni è invece una ricerca fotografica che si concentra sulle vetrate di cristallo dei grattacieli delle nostre metropoli. Le vetrate dei grattacieli riflettono in modo deformato la realtà che le circonda e creano, così, un universo parallelo di forme a volte astratte, a volte surrealiste.  Sono immagini che esistono realmente, ma che noi quasi mai notiamo, perché ci muoviamo in questo scenario fantastico distrattamente. Però basta fermarsi un attimo e - come ha insegnato il grande artista Franco Fontana – basta “saper vedere” e non soltanto “guardare”, per scoprire che questo mondo parallelo che esiste davvero.

Questa ricerca di Carlo D’Orta risente sicuramente della ispirazione dei movimenti artistici del “Futurismo”, “Surrealismo” e “Astrattismo informale” e si pone concettualmente – attraverso la scelta dei soggetti, il taglio delle inquadrature e, talvolta ma non sempre, la rielaborazione digitale dei contrasti di luce e dei colori – al confine tra fotografia e pittura, per liberare significati interiori attraverso la contaminazione fra realtà ed emozione. 

Valerio Dehò

"Le mie opere non saranno mai ciò che vorrei trasferirvi, ma ciò che riuscirò a scatenarvi" (Angelo Petraccone).

A questo proposito Salvo Nugnes, Presidente della Biennale di Milano, ha detto "Nelle splendide opere di Angelo Petraccone, attento interprete delle tematiche più di attualità, si possono riconoscere elementi iconici che rappresentano le sfumature dell'esperienza umana ed invitano a riflettere sulle sfide che affrontiamo come società. Nonostante i chiari richiami alla pittura di Picasso e ai suoi colori, lo stile del talentuoso artista è personale ed unico, ed aggiunge un tocco di originalità,  creando una connessione tra il passato ed il presente".

In un altro articolo, scritto dalla prof.ssa Laura di Carlo, insegnante e fotografa presente all'assegnazione del premio pittura alla Prima Biennale d’Arte Internazionale della Riviera Romana nell'agosto ultimo scorso all’artista stesso, si legge:

"Carissimo Angelo, ieri, in Piazza Rossellini c'ero anch'io ed ho gioito nel sentir pronunciare il tuo nome. Complimenti di vero cuore. Giusto il 22, durante un ultimo giro per le sedi espositive della Biennale d'Arte Internazionale della Riviera Romana, ho potuto ammirare la tua opera "Io e Pablo". Quanta potenza !!! Chiunque avrebbe avuto timore a citare il mostro sacro Pablo, tu no: l'operazione è riuscita perché sei riuscito a far tua l’opera del Guernica e perché la tua arte abbatte ogni barriera, fa entrare in sintonia anime sensibili. Un tema sempre attuale, la guerra con le sue atrocità ed un passato che fa ancora male perché forse si fonde col presente. Passato, memoria e presente, dialogano amabilmente abolendo spazi e tempi. Riviviamo il Guernica e la guerra civile, abbiamo i brividi nel ricordare, ma al tempo stesso siamo posti davanti ad altre guerre. L'uomo osserva, ma è passivamente impotente. Raccolti nella contemplazione della tua opera possiamo distogliere gli occhi, credere che sia "solo" passato ma il passato ci divora dentro. L'impassibilità dell'uomo rimane. Il tuo linguaggio è forte e potente e travalica ogni confine, ogni spazio, ogni lingua ed arriva all'anima. Complimenti vivissimi, caro Angelo.”

Devo dire che effettivamente è proprio così, in ogni sua opera fortemente figurativa riesce sempre ad infiammare, a far esplodere quelle sensazioni legate ai vissuti di ogni singolo individuo. Lui riesce nelle sue opere - ed in particolar modo nei suoi trittici in tecnica mista in acrilico ed olio, con l'inserimento di lamine in oro e argento ed a tema - ad innescare un filo conduttore con il possessore finale dell'opera. Inoltre come da sua stessa ammissione, nelle sue opere c'è sempre un forte richiamo al grande Pablo Picasso, di cui ripercorre le geometrie, fatte di linee e curve intrinseche, senza mai ricalcarle in pieno, per non cadere nella monotonia delle pseudo fedeli riproduzioni.

Paolo Ferretti

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