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Il grande Spazio dell’Aerospazio

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Di Angelo Pugliese - Il 2023 è un anno denso di appuntamenti straordinari per il settore della cosidetta “Astronautica”. L’Europa e l’Italia che intenzioni hanno?

Roma, 04 marzo 2023-Il 2022 è terminato con la missione Artemis 1, senza equipaggio, che è stata la prima e vera propria simulazione pratica e reale di un ritorno alla “Luna” a cinquant’anni dall’ultima missione Apollo, la 17, nel 1972, il primo e unico programma spaziale che ha portato 12 uomini sul satellite naturale della nostra Terra.

E questo 2023 è nato con l’attesa sempre più piena di aspettative del primo volo orbitale che dovrà prima o poi avvenire della Starship di Elon Musk, gioiello della SpaceX, Vettore che di fatto dovrà portare l’uomo poi dall’orbita lunare alla superficie siderea, dopo la vittoria della società aerospaziale del miliardario americano di origini sudafricane nel bando che la Nasa aveva allestito 3 anni fa per la realizzazione del modulo lunare.

Ma è anche l’anno in cui il consorzio ULA, nato da un accordo tra la Boeing e la Lockheed per per gestire la fase finale del programma Shuttle  e realizzare il vettore alternativo a quello della SpaceX  per il volo umano orbitale , sta per essere messo sul mercato, di fatto divenendo possibile preda per la Blue Origin di Jeff Bezos, che si trova ancora indietro nel suo programma di volo umano orbitale  o per una delle due consorziate, la Boeing o la Lockheed, che potrebbero esercitare il diritto di opzione sull’acquisto della quota della società compartecipe.

In tutto questo, l’Esa e l’Asi, ovvero l’Agenzia Spaziale Europea e quella italiana, svolgono un ruolo di prim’ordine sia nel protocollo Artemis che nell’ambito della preparazione degli equipaggi tricolore ma non riescono però a prendere una decisione sull’avvio di un progetto per un vettore autonomo per i voli umani orbitali.

Eppure qualcosa era stato fatto anni addietro e ora è L’Ariane a lavorare ad un vettore europeo modalità mini-shuttle dal nome molto accattivante: “Susie” ( Smart Upper Stage for Innovative Exploration) sarà in grado di operare in modalità cargo da remoto e di effettuare missioni in sicurezza fino a cinque astronauti.

Sarà inoltre adattabile al futuro lanciatore Ariane 64, sostituendo la carenatura del razzo, sia a un lanciatore pesante di nuova generazione.

Non bisogna perdere l’occasione. L’Europa e l’Italia, che a livello di indotto aerospaziale è forse la prima nel Vecchio Continente, non possono trascurare la necessità di un proprio mezzo per portare i propri astronauti in orbita.

Vi è Grande Spazio nell’Aerospazio. Ma non bisogna lasciarlo solo agli Usa e la Cina, destinate comunque nei prossimi anni a guidare la corsa verso la Luna e verso Marte.

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